Ogni azienda è una storia da raccontare: esempi e casi di successo di storytelling aziendale
In questo articolo passiamo in rassegna lo storytelling aziendale: cos’è e perché è importante? Capiremo insieme che lo storytelling nella comunicazione d’impresa è fortemente capace di orientare le scelte del consumatore e influenzare la brand identity sfruttando strategie di persuasione e marketing emozionale. Analizziamo poi come fare storytelling aziendale, fornendo infine qualche consiglio ed esempi utili, partiamo!

Cos’è lo storytelling aziendale?
Lo storytelling aziendale è un particolare tipo di storytelling volto alla costruzione di una narrazione aziendale; consiste ovvero nell’utilizzo dello storytelling nella narrazione d’impresa.
Occupa un posto importante nella strategia di Content Marketing perché è custode di molti dei valori che orientano tutta la comunicazione che sia di marca o di prodotto, ovvero racchiude e comunica la mission e la core identity aziendale, permettendo in questo modo all’azienda di costruire, comunicare e mantenere una Brand Image coerente con la sua identità e che le garantisca un legame profittevole con la clientela, i dipendenti e i vari stakeholders.
Abbiamo precedentemente definito lo storytelling come l’arte della narrazione o la disciplina del narrare storie, che utilizza i principi della retorica e della narratologia per la costruzione di storie. Il termine “storytelling” è inglese e deriva com’è ovvio da story, storia e telling, narrare, traducibile in italiano più propriamente con “affabulare”, ovvero raccontare in forma di favola, narrare, creare un intreccio attraverso cui sviluppare una storia.
Oggi, come anticipato, lo storytelling viene utilizzato anche nel marketing (si parla sempre di più di storytelling marketing infatti) e più in generale nella comunicazione d’impresa e nella comunicazione di prodotto per comunicare una brand identity, quindi costruire una Brand Image e, nel concreto, creare un legame emotivo e di fiducia tra il brand e il consumatore target, perseguendo una differenziazione nel posizionamente dai competitor che fa leva proprio sui valori e sulla mission aziendale.
Perché lo storytelling aziendale è Importante e quali i vantaggi nella comunicazione d’impresa?
Lo storytelling nella comunicazione d’impresa ha delle precise regole e fasi che quando applicate permettono alla storia di essere efficace, ovvero creare una immedesimazione ed un coinvolgimento emotivo in chi ascolta e costruendo allo stesso tempo un legame con l’oggetto della storia e chi lo narra. Infatti l’ascolto di una storia attiva le aree del cervello deputate alle emozioni e al ricordo che portano l’ascoltatore a sentirsi coinvolto, attivare il processo di identificazione, ritrovare parti di sé nel racconto (per similitudine o differenza). Tutto ciò fa in modo che, per mezzo della storia, il brand sia ricordato in maniera più forte.
Lo storytelling aziendale quindi è importante perché è uno strumento dell’emotional marketing, in quanto le storie hanno la capacità di far leva sulle emozioni, le quali sono implicate nelle scelte d’acquisto ancor più in un contesto ipercompetitivo, come quello attuale, in cui il marketing richiede un approccio sempre più esperienziale. I consumatori non scelgono più – o non unicamente – i prodotti secondo valutazioni razionali di costo/beneficio, perché i criteri da considerare, essendoci un’ampia offerta, sono tantissimi, e la valutazione richiederebbe un investimento di risorse cognitive troppo elevato. In generale, e ancor più in un contesto presidiato da molti competitor, come qualche studioso ha puntualizzato, gli essere umani non applicano una scelta puramente razionale, perché la razionalità dell’uomo è limitata (Teoria della razionalità limitata di Herbert A. Simon), quindi si affidano ad euristiche e semplificazioni per prendere delle decisioni come lo sono le scelte d’acquisto.
Come abbiamo spiegato nell’articolo sul brand storytelling, la brand image, che lo storytelling aziendale concorre a costruire, è spesso quindi un elemento sufficiente per orientare il consumatore nella scelta di quel brand, perché in quello si riconosce, in quello ha fiducia e con quello ha stabilito un legame affettivo ed emozionale. Per questo le aziende vogliono e hanno bisogno di raccontarsi.

Vantaggi e obiettivi dello storytelling aziendale
Quali sono quindi gli obiettivi e vantaggi dello storytelling aziendale e di raccontare la propria impresa o il proprio marchio? Ci sono di vantaggi che riguardano i rapporti dell’azienda con l’esterno, ma anche l’azienda nel suo interno, quindi nelle relazioni con i dipendenti e nei processi di Employer Branding. Cerchiamo di analizzarli nel dettaglio nell’elenco che segue:
- Orientare l’impresa e rafforzare la cultura aziendale a tutti i livelli: da quelli direzionali e amministrativi a quelli più operativi, avendo come esito maggiore cooperazione e coordinazione aziendale e maggiore motivazione,
- Brand Positioning, contribuire al posizionamento dell’azienda, usando lo storytelling nella comunicazione d’impresa come leva di differenziazione nel posizionamento,
- Brand Awareness, aumentare e rafforzare la conoscenza del marchio, migliorandone il ricordo e l’associazione dello stesso a valori positivi,
- Brand Trust, ottenere fiducia dando una chiara definizione di quali siano i valori del brand nei confronti di tutti i soggetti a cui l’azienda si rivolge più o meno direttamente (clienti, dipendenti, partner, istituzioni, sindacati, associazioni territoriali, e tutti gli altri stakeholders)
- Engagement emotivo, ossia coinvolgere il target creando una connessione emotiva con il cliente,
- Brand Reputation, ovvero elicitare considerazioni e valutazioni positive rispetto al marchio, essere visti come affidabili e sicuri e per questo orientare verso di sé tutti i soggetti del sistema-azienda, in particolare i consumatori e i potenziali dipendenti,
- Intercettazione del segmento target: dichiarare la propria mission e i valori aziendali è anche un modo, come anticipato, per differenziarsi, quindi trovare e rivolgersi a una fetta di consumatori che condivida gli stessi stessi valori del Brand che sia quindi anche più propenso alla conversione e alla fidelizzazione,
- Fidelizzazione, trasformare un cliente occasionale in un cliente abituale, aumentando così la customer lifetime value.
Storytelling, marketing e comunicazione d’impresa
Ancor prima che la scrittura – e il marketing – fosse inventata, erano le storie, tramandate oralmente, a costituire il patrimonio comune ed essere depositarie della conoscenza collettiva. Insomma da quando esiste l’uomo, esistono le storie, che hanno quindi un valore anche evolutivo ed è l’atto del narrare ad essere costitutivo dell’uomo per le sue facoltà stesse di pensiero, immaginazione e ovviamente parola. Insomma ci sarà sempre la necessità impellente per l’uomo di costruire e narrare storie, al netto del modificarsi dei modi in cui vengono costruite, conservate e narrate.
Questo principio è stato ben compreso e adottato dal mondo del marketing e della comunicazione d’impresa. Infatti termini come content marketing e storytelling marketing sono ormai comuni nelle strategie di aziende di qualsiasi dimensione e tipologia: dalle multinazionali alle piccole imprese così come descritto nel nostro articolo sul content marketing per le PMI.
Quando usare lo storytelling per raccontare e comunicare la propria azienda?
Quando serve quindi usare lo storytelling per raccontare e comunicare la propria impresa? Non c’è un’unica risposta perché ci sono diversi aspetti e informazioni che un’impresa potrebbe, anzi dovrebbe, comunicare e non esiste un migliore o peggiore scenario in cui si può scegliere di utilizzare lo storytelling per narrare un’azienda. Qualsiasi Brand, piccolo o grande che sia, ha, o dovrebbe avere, una storia da raccontare, una ragione di essere sul mercato e una storia dietro i propri prodotti e servizi. Anche un brand più consolidato ha ancora bisogno di raccontarsi, e può farlo condividendo dati ed insight con i propri clienti mediante il data storytelling. Tutto questo deve essere conosciuto dal target a cui si rivolge e condiviso con esso in ottica di Lead generation, ma anche dai potenziali dipendenti e collaboratori (Employer Branding) per comunicare anche dell’azienda che tipo di workplace è, e quale filosofia aziendale persegue, ma sempre in maniera realistica e priva di costruzioni non rispondenti alla realtà.

Come fare storytelling aziendale
Come fare storytelling aziendale dunque? Alla base di un progetto di storytelling d’impresa è necessaria una strategia che definisca puntualmente cosa comunicare, con raziocinio e secondo criteri di verosimiglianza e coerenza, considerando in che contesto e periodo storico-culturale ci si trova, con quali contenuti, strumenti mediatici e canali distribuire questa storia e a quali target ci si rivolge dal momento che il consumatore non è l’unico destinatario di una narrazione d’azienda. Analizziamo nel dettaglio alcuni passaggi necessari per fare un corretto ed efficace storytelling aziendale.
Individuare una storia da raccontare
Come individuare una storia da raccontare per fare storytelling aziendale? Nello specifico non si tratta di inventare da zero una storia, piuttosto raccontare sotto forma di racconto degli elementi e delle componenti che già esistono e sono costitutive dell’azienda. Questi vengono selezionati e armonizzati per costruire un racconto. Per fare ciò è necessario, naturalmente, avere ben chiare le caratteristiche di base del brand, la sua Brand Identity, le componenti nucleari della marca e la Corporate Identity, per un corporate storytelling coerente e credibile che non sia in contraddizione con le azioni del brand nella sua attività ordinaria.
La narrazione aziendale può anche non toccare direttamente il brand o i prodotti e servizi offerti, e concentrarsi su emozioni, esperienze, bisogni e immagini costitutivi o associati alla brand identity e che il Brand vuole sostenere nell’ottica della responsabilità sociale d’impresa, come si fa nel personal storytelling. Ciò che è importante è mantenere una coerenza con la core identity aziendale e non sfociare nell’ethical washing di nessun genere.
Ecco qualche esempio di cosa comunicare con lo storytelling aziendale:
- il why e il purpose, quindi la ragione di esistere di un Brand come sostiene Simon Sinek in cui spiega il suo modello di cerchio d’oro e il al cui centro c’è il why, ovvero, secondo Sinek, la ragione per cui alcune organizzazioni e alcuni leader sono capaci di ispirare al contrario di altri.
- i prodotti, ovvero il cosa si produce in una azienda, il “what”, ovvero quello di cui, sempre secondo Sinek il 100% delle aziende sono consapevoli,
- le condizioni e le situazioni di utilizzo dei prodotti (anche questi possiamo considerarli rientranti nella comunicazione di prodotto).
- i processi: come i prodotti e servizi vengono realizzati e distribuiti, i processi spesso corrispondono alla customer value proposition (proposizione di valore per il consumatore) o Unique selling proposition (proposizione unica di vendita)
- l’azienda come workplace (Employer Branding)
- l’impegno del brand in temi e questioni sociali o ambientali, ovvero la sua Responsabilità sociale d’Impresa.
Scegliere il canale adatto
Se abbiamo scelto la storia giusta, questa non è sufficiente da sola a fare dello storytelling aziendale efficace, infatti anche la tipologia di contenuto scelta per veicolarla e il mezzo per distribuirla sono decisivi. Si può decidere ad esempio di utilizzare:
- il visual storytelling, attraverso la creazione di immagini e più spesso video (video storytelling) per narrare delle storie del Brand veicolandole quindi su canali tradizionali come la TV o piattaforme di streaming come Netflix e affini. Un esempio in questo senso ci viene dal 22 gennaio 1984, quando Apple lanciò lo spot Apple 1984, trasmesso in televisione durante il terzo quarto del Super Bowl. Ma tantissime altre imprese fanno storytelling in televisione di questo tipo, ne sono un altro esempio Barilla o Amazon. Altri interessanti esempi li trovi nel nostro articolo che parla di visual content marketing.
- il podcast, se si parla di storytelling aziendale più precisamente di branded podcast. Qualche esempio? Extra Podcast di Molinari “Extra, come extra-ordinario. Fuori dalla norma. Un’intervista non convenzionale, una chiacchierata informale tra Emiliano Colasanti e un extra-terrestre della musica italiana.” oppure Quella Svolta Che di MINI: 7 storie di persone che sono andate controcorrente, per posizionare la Mini Electric secondo quei valori di coraggio, diversità, audacia, ecc o Come mai prima di Coca Cola Italia, un branded podcast che racconta sei storie inedite di chi ha saputo credere nei propri sogni.
- il libro. Esempi di libri usati per lo storytelling aziendale sono L’arte della vittoria. Autobiografia del fondatore della Nike di Phil Knight (2016) o la biografia di Elon Musk nel libro Elon Musk. Tesla, SpaceX e la sfida per un futuro fantastico di Ashlee Vance (2017).
Ma si possono utilizzare anche le newsletter o i social media, per narrare piccoli episodi tramite post, story e reel o utilizzare l’intera programmazione del piano editoriale per costruire un racconto unitario del brand. Di questo parleremo nello specifico più avanti.
La scelta del formato e del canale, ricade come sempre sul target destinatario, per cui è necessario porsi domande quali, ad esempio: guarda la TV, se sì, in quali orari? Oppure preferisce le piattaforme di streaming? Ascolta i podcast, per quanto tempo e con quanta frequenza? E così via.
Come creare una buona storia dell’azienda
Capiamo ora come creare una buona storia dell’azienda: individuata la storia da raccontare – o più propriamente su cosa costruire una storia e cosa comunicare, quindi l’obiettivo comunicativo – il formato e il canale, si passa a definire la struttura e i contenuti della storia vera e propria. Un modello utile da utilizzare è il viaggio dell’eroe. Secondo Christopher Vogler le fasi che costituiscono il classico viaggio dell’eroe sono 12, ne abbiamo parlato in Storytelling marketing, ma ci sono tanti altri modelli, come l’arco narrativo di Nigel Watts in 8 fasi (stasi, svolta, missione o ricerca, sorpresa, scelta critica, climax, ribaltamento, scioglimento) o la piramide di Freytag, in cui la storia è divisa in cinque atti (esposizione, azione ascendente, climax, azione discendente, scioglimento) o ancora il più semplice modello aristotelico in 3 atti che tutti conosciamo (inizio, svolgimento, fine).
Emozionare e coinvolgere
Nello storytelling aziendale il cliente stesso deve poter avere un ruolo o immedesimarsi con il protagonista o con un personaggio, l’immedesimazione è infatti basilare per creare un legame, quindi perseguire lo scopo dello storytelling d’impresa. Oltre alle fasi, è necessario quindi definire i personaggi con ruoli e identità chiare, in particolare protagonista, antagonista e tutti gli altri personaggi secondari. A questo scopo può essere utile la classificazione di Vogler, ripresa dai 7 archetipi di Jung:
- eroe, l’archetipo principale e colui che compie il viaggio
- mentore, la guida che ammonisce e indirizza l’eroe
- guardiano della soglia, colui che mette alla prova l’eroe
- messaggero, che scandisce l’inizio dell’avventura
- mutaforme, l’archetipo instabile che mette in crisi l’eroe
- ombra, ovvero l’antagonista, con cui l’eroe entra in conflitto
- imbroglione, il personaggio o l’elemento che crea contrattempi e colpi di scena
Solitamente nello storytelling aziendale, la storia è strutturata in modo che il protagonista sia costruito ad hoc sulla buyer personas, o abbia una o più caratteristiche che la identificano, agevolando in questo modo il processo di identificazione, l’antagonista è invece il problema o la necessità della buyer personas che il Brand si prefigge di risolvere o semplificare. Infine il Brand è quindi l’aiutante o lo strumento magico che aiuta il protagonista, ovvero il customer, nel suo viaggio verso la risoluzione del conflitto. Vanno poi aggiunti tutti i dettagli, l’ambientazione e piccoli particolari che creano un’ambientazione immersiva e di verosimiglianza con la realtà.
L’arte della persuasione
Lo storytelling aziendale, per le ragioni di cui abbiamo parlato in precedenza, è utile per riuscire a persuadere il segmento target di mercato in modo molto più efficace della semplice descrizione delle caratteristiche o degli aspetti tecnici dei prodotti o servizi che il Brand offre. Ma come fanno le storie a persuadere?
- carpiscono e mantengono l’attenzione dell’audience
- rendono i messaggi più facili da comprendere e memorizzabili perché illustrano, rendono concetti concreti.
- aumentano la credibilità, ovvero solitamente le persone credono alle informazioni più facilmente se sono supportate da storie piuttosto che da statistiche.
- coinvolgono i consumatori, li ispirano.

Consigli per uno storytelling d’impresa efficace
In questo paragrafo cerchiamo di fornirti alcuni consigli per uno storytelling d’impresa efficace, eccone alcuni:
- mettere il cliente al centro e non essere autoreferenziali. A nessuno interessa la storia di quando un Brand sia bravo, efficiente o socialmente utile. Piuttosto in ogni storia deve esserci un conflitto per cui il target crede valga la pena battersi o un valore che crede sia necessario difendere o a cui aspirare. In questo modo il destinatario si sente partecipe o protagonista di questo processo e sceglie l’azienda allo scopo di supportarla e sentirsi parte di questa visione.
- rivolgiti ai bisogni e ai problemi del consumatore. Per fare quanto detto prima e avere un approccio customer-centrico, è necessario innanzitutto conoscere ciò che i clienti stanno cercando e offrire loro una risposta o una soluzione. Questo può essere fatto unendo SEO e storytelling (leggi il nostro articolo in merito).
- creare un legame emotivo, le storie sono, come abbiamo analizzato, uno strumento privilegiato per suscitare delle emozioni, innescare empatia, quindi creare un legame con il brand.
- show, don’t tell: la forza delle storie sta proprio nel loro carattere immaginifico ed evocativo, tutto quello che si vuole comunicare, lo si deve fare con immagini, azioni dei personaggi, descrizioni, ecc
- essere coerenti ed onesti. Costruire e raccontare una storia che non si addice a come l’azienda agisce nel concreto è una pessima strategia nel lungo periodo. Se nel breve termine, infatti, si generano effetti positivi in termini di reputation, sfruttando meccaniche sensazionalistiche, la realtà dei fatti o la diretta testimonianza di lavoratori o clienti, entra, prima o tardi, in evidente contraddizione con quanto viene narrato, producendo un boomerang negativo per l’azienda, che verrà quindi percepita non soltanto diversa da come si raccontava, ma anche come poco credibile e poco meritevole di fiducia, perdendone irreversibilmente in brand reputation e brand Trust. A questo punto, le (false) ragioni per cui l’impresa era scelta, diventano un motivo legittimo e sufficiente per non sceglierla, sia dai consumer, sia dai lavoratori attuali e potenziali, come workplace in cui essere.
- usa un vocabolario e un immaginario che si adatti al target, sii breve e diretto.
Video storytelling aziendale
Prima di entrare nel merito del video storytelling aziendale, facciamo un breve passo indietro sullo strumento del video. Abbiamo parlato nel nostro articolo sui Content marketing trend 2022 dei video come un trend di content marketing in costante crescita e in Visual content marketing di quanto i contenuti visuali, primi tra tutti i video, siano la tipologia di contenuto visivo più utilizzata. Ci viene ora facile capire come l’utilizzo dello storytelling in combinazione con questo tipo di formato sia quasi automatica: sia per le statistiche che indicano i video in come un formato privilegiato di fruizione dei contenuti, per questo sempre più pervasivi di tutte le piattaforme, sia per le potenzialità intrinseche dello strumento. Quali sono quindi i benefici del video storytelling aziendale?
- è una modalità privilegiata di fruizione di contenuti
- capace di innescare emozioni
- coinvolge vista e udito, aumentando quindi la salienza del ricordo del brand: i consumer assoceranno il brand alla storia, ma anche ai personaggi, agli attori e alle canzoni utilizzate nel video, aumentando la risonanza del Brand
- si presta all’utilizzo combinato di testimonial e influencer
- di fruizione immediata ed universale, si potrebbe anche evitare il parlato per aumentare le potenzialità di fruizione
- non è percepito come un contenuto branded o una sponsorizzata
- si presta alla viralità e alla creazione di UGC, User Generated Content, molto spesso gli utenti infatti usano i video per farne dei remix e mash up che condividono a loro volta sui propri profili.
Storytelling aziendale e Social Media
A questo punto arriviamo a considerare il rapporto che c’è tra storytelling aziendale e social media. Abbiamo già accennato che lo storytelling si presta per diversi formati di contenuti e diversi canali, uno tra questi i social media. Ma cosa significa utilizzare i Social media per fare Storytelling aziendale? Ebbene non si tratta semplicemente di pubblicare una bella foto, ma di elaborare una strategia di comunicazione sui social media di cui lo storytelling sia parte. Parliamo più nello specifico di Social media storytelling.
Dovrebbe essere ora più chiaro che le storie non si trovano solo nei libri, ma sono potenzialmente in ogni narrazione, che sia in una comunicazione parlata, scritta o visuale e sotto forma di conversazioni, articoli, post di blog, video o appunto post social. Qualsiasi aspetto, quindi, o persona, processo o prodotto aziendale che contenga o su cui si possa costruire una storia può essere oggetto di storytelling. Per mezzo di post, story, reel e video, possiamo raccontare piccoli aspetti di un Brand e comporre così nell’insieme, in un’ottica transmediale, un racconto unitario e coerente.
Esempi di storytelling aziendale da annotarsi
Quali aziende utilizzano lo storytelling aziendale nella propria strategia di Content Marketing? In questi sottoparagrafi approfondiremo degli esempi virtuosi di storytelling d’impresa.
Nike
Il primo esempio che ci viene in mente parlando di storytelling aziendale è quello di Nike per la campagna per le Olimpiadi di Londra 2012, di cui è stata sponsor.
Nel video che segue, un mash up di spot di Nike della serie Find Your Greatness. Il primo è sicuramenteil più visto e apprezzato: in ognuno c’è un protagonista, in cui il target dovrebbe identificarsi, che affronta una battaglia: quella secondo la quale la grandezza sia qualcosa di innato e per cui non vale la pena sforzarsi se non si pensa di essere dei prodigi.
Il voiceover racconta: “La grandezza è solo qualcosa che ci siamo costruiti. Non si sa come, ma siamo stati portati a pensare che sia un dono, destinato a pochi eletti, ai prodigi, alle superstar, mentre il resto di noi può solo stare a guardare. Scordatelo. La grandezza non è qualche raro filamento di DNA, non è nulla di così ricercato, la grandezza non è tanto più unica per noi che respirare. Ne siamo tutti capaci. Tutti”.
In questa serie di spot il protagonista è il personaggio ripreso mentre si allena e fa sport, l’antagonista è verosimilmente il concetto di prodigio che scoraggia chiunque non lo sia a perseguire la propria grandezza e Nike, come si può desumere è l’aiutante o il mentore che supportano il protagonista, quindi il customer, in questa ricerca.
Apple
Anche Apple è da sempre legata a doppio filo allo storytelling. Abbiamo già parlato in Storytelling marketing del fatto che senza dubbio possiamo definire Steve Jobs un esperto di storytelling, come testimonia il suo celebre discorso ai neolaureati della Stanford University. In quella occasione Jobs prendeva parola dicendo: “Today I wanna tell you three stories from my life… That’s it, no big deal, just three stories.” Un altro esempio lampante e dirompente di storytelling è lo spot Apple 1984, trasmesso in televisione il 22 gennaio 1984, durante il terzo quarto del Super Bowl, densissimo di significati e riferimenti, letterari e di contemporaneità.
Un esempio più recente ci viene dalla campagna di Natale 2014: una ragazza, rovistando tra vecchi dischi, trova una registrazione della nonna fatta per il marito. Per Natale decide di farle un regalo. Con il suo mac migliora la traccia rovinata dal tempo e vi sovrappone il suono della sua chitarra. La mattina di Natale sua nonna trova un iPad mini con un biglietto su cui c’è scritto “a duet”, insieme a delle foto di lei e del nonno da giovani.
Airbnb
In che modo Airbnb fa storytelling aziendale? Basta dire che sul loro sito c’è un’intera pagina dedicata alle storie di host che contiene video e piccole biografie degli host di Airbnb in tutto il mondo: dei blog post in cui ad essere protagoniste sono le persone che possiedono le case e i viaggiatori che vi sono ospitati.
In generale tutto lo stile narrativo è incentrato sui concetti di comunità e ospitalità, così Airbnb consente agli stessi utenti di creare la maggior parte dei contenuti, come le guide. Questo rende la loro narrazione più emotiva, coinvolgente e credibile.

Vuoi conoscere altri esempi di storytelling di successo? Leggi il nostro articolo di blog dedicato!
IKEA
Anche Ikea basa la sua comunicazione su un approccio vocato allo storytelling aziendale. Un esempio è il nuovissimo podcast TheDesignOfLife che “racconta le storie di chi ha ridisegnato la propria vita, a partire da casa. Perché la casa non sono solo le quattro mura. È il quartiere e la comunità in cui viviamo. È il Pianeta, come casa ancora più grande e accogliente, quella di tutti noi.” Lo fa ricalcando uno storico claim dell’azienda: #siamofattipercambiare. È proprio di cambiamento – attraverso cui IKEA ci promette di accompagnarci, con i mobili che si adattano a tutte le fasi di vita delle persone e a tutte le esigenze – il tema del podcast. Qui il primo episodio con Rkomi.
Storytelling aziendale: libri
Arrivati fino a qui non vedi l’ora di approfondire la conoscenza dallo storytelling aziendale per applicarla al tuo brand? Non dire altro! Ecco qui un elenco di libri dedicati allo storytelling d’impresa che ti consigliamo sull’argomento:
- Storytelling aziendale: Come fare marketing nel mondo post-pubblicitario, di Thomas Gerace e Robert McKee, tradotto da Elisa Bonora (2021).
- Storytelling d’impresa: La guida definitiva, di Andrea Fontana (2020)
- Raccontare: Strategie e tecniche di storytelling di Alessandro Perissinotto (2020)
- Marketing Narrativo: Usare lo storytelling nel marketing contemporaneo di Andrea Fontana, Joseph Sassoon e Ramon Soranzo (2015)
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