Avete già preso visione de La Contentflix? È la piattaforma con accesso a contenuti formativi con un format nuovo creato da La Content. Io ed Elisa Piemontesi abbiamo avuto il piacere di essere parte di questa bella esperienza ed abbiamo quindi pensato di creare un articolo che potesse introdurvi la nostra classe.
Abbiamo parlato di visual storytelling, ed ecco quindi un articolo pratico, con consigli utili per iniziare a comprendere quali tipi di fotografie servono oggi.
L’importanza della fotografia
Accade spesso che si ponga molta attenzione sullo strumento, sulla tecnica e nella creazione della parte testuale, ma quando arriva il momento di pubblicare ci scontriamo con una necessità elementare: ci manca un’immagine da caricare!
Non preoccupatevi, è un problema molto comune ed è spesso un peso che rallenta la pubblicazione di contenuti. Di solito, ci sono vari motivi all’origine di questa situazione:
- Non è presente un archivio fotografico ordinato o aggiornato da cui attingere;
- Abbiamo poche immagini e non riusciamo a coprire tutti gli argomenti;
- Abbiamo solamente fotografie “di prodotto”, ad esempio le foto dei piatti se siamo un ristorante o le fotografie del catalogo se produciamo qualcosa;
- Abbiamo fotografie già usate più volte su tutti gli altri canali.
Il risultato? Ci accontentiamo di una immagine trovata online (attenzione ai diritti però, ne abbiamo parlato qui > Fotografia: raccontarsi online rispettando la legge) oppure passiamo ore negli archivi di fotografie stock a cercare tra le immagini realizzate in varie parti del mondo quella che più si avvicina a raccontare la nostra realtà.
La fotografia però non è un peso.
La fotografia è una parte fondamentale del racconto della vostra realtà ed è un elemento essenziale dello storytelling, va considerata nella strategia fin da subito. Trascurarla limitandosi a cercare un’immagine all’ultimo momento significa perdere l’occasione di farsi notare, di farsi riconoscere e di spiccare agli occhi delle persone che vi seguono o che si imbattono per la prima volta nei vostri contenuti. Ma soprattutto perdete l’opportunità di usare l’immagine come un vero e proprio contenuto di storytelling.
Spesso sono le immagini che convincono le persone a dedicarci del tempo. Provate a pensarci bene: quando siete su Instagram o su Facebook, cosa vi fa fermare a leggere un post? Probabilmente la fotografia, a meno che non seguiate un autore noto per i suoi contenuti testuali.
Ci vuole strategia. Anche nelle foto.
Le immagini raccontano, non hanno barriere linguistiche, colpiscono, emozionano. Devono diventare parte attiva della strategia di comunicazione, se volete costruire davvero il vostro storytelling.
Ma quali sono i passi per pensare alla fotografia in modo strategico?
- Far dialogare il fotografo con la persona che si occupa del vostro storytelling, dei contenuti, senza dimenticare voi stessi;
- Individuare i contenuti da raccontare tramite immagini (fate ricorso al calendario editoriale o al progetto generale, ai valori aziendali, agli eventi importanti, ecc..);
- Pensare sempre in formati diversi, non esiste più solo quello orizzontale! Dovendo pubblicare sui social media definite dove i vari contenuti verranno distribuiti (solo su Facebook? Userete le storie di Instagram o i Reel che hanno un formato verticale? Qual è il formato migliore per ogni social media? E nel blog?);
- Pianificare più interventi, non serve realizzare un solo shooting fotografico, l’archivio va nutrito ed ampliato in modo da avere sempre immagini nuove, aggiornate nello stile, nei contenuti e nei cambiamenti del vostro lavoro.
Quali tipologie di foto servono oggi?
Questa è una delle domande che ci viene posta più spesso, e la raccontiamo in ogni occasione quando parliamo di fotografia per il web. Nel corso del tempo abbiamo individuato tre categorie di foto che secondo noi devono essere presenti per un visual storytelling strategico ed efficace:
Fotografie slow
È la fotografia “lenta”, quella che richiede tempo e molta tecnica per essere realizzata. Sono le immagini di prodotto o quelle pubblicitarie, dove lo studio della composizione, del set, la capacità del fotografo ed una lunga post produzione restituiscono immagini curate, difficili da realizzare personalmente.
Possiamo dire che quella “slow” è la fotografia più istituzionale, tipicamente usata per la comunicazione cartacea tradizionale come affissioni, cataloghi, riviste. Senza dimenticare il nostro sito web ufficiale, le collaborazioni, i blog.

Fotografie fast
Veloce ed imperfetta sono le parole chiavi di questa categoria. Sono immagini – realizzate da un professionista – ma con la tecnica del reportage, ovvero senza pose, senza luci artificiali e complesse costruzioni. Per noi le foto “fast” raccontano il lato più vero del lavoro e portano le persone ad immergersi nella realtà che viene raccontata.
A livello strategico, sono la base essenziale dell’archivio fotografico, un archivio molto ampio fatto di immagini adatte ai social media e al marketing relazionale.
Fotografie self service
Lo dice il nome, le potete realizzare voi con il vostro smartphone. Catturano l’attimo, raccontano episodi spontanei che non possono essere organizzati. La fotografia “self service” si deve unire alle immagini ufficiali per completare il visual storytelling e dargli quel qualcosa in più. Apre le porte della nostra realtà e non ha filtri, diciamo.
Quindi quali immagini è meglio usare?
Tutte! Per creare un visual storytelling reale, coinvolgente e strategico, è necessario avere in archivio tutte e tre le tipologie di foto.
Forse vi ho svelato troppo! Per approfondire questi concetti e molto altro, perché una strategia non è realizzata di solo un argomento, vi lascio il link diretto a La Contenflix, corsi on demand da vedere dove e quando vuoi!
Photo Credit
Photo by Denise Jans, Szabo Viktor, Suganth