4 libri per cambiare punto di vista e aprire la mente

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4 libri per cambiare punto di vista e aprire la mente

Non c’è niente di meglio di un buon libro per aprirsi a nuove idee, cambiare prospettiva, farsi stimolare, esplorare diversi punti di vista, con la narrativa e con la saggistica. In questo articoli trovi 5 opportunità, tutte da cogliere.

Se sei sempre alla ricerca di letture stimolanti, abbiamo da poco pubblicato un articolo sugli 8 libri a tema Content Marketing, che non puoi non avere nella tua libreria. Dagli un’occhiata.

Cambia il tuo rapporto con gli oggetti

Le cose di Perec

Una massima del minimalismo, scusa il gioco di parole, è che non sei tu che possiedi le cose, ma sono le cose a possedere te, almeno superata una certa quantità di oggetti posseduti. Il nostro rapporto con le cose è complesso. Dall’avvento del consumismo siamo portati, spesso senza pensarci, a desiderare e comprare oggetti che dimentichiamo dopo qualche giorno o qualche ora dall’acquisto. Abbiamo e possediamo molto di più di quanto abbiamo bisogno, fino al punto da essere soffocati dalla gestione dei nostri pur modesti possedimenti. Le cose di Georges Perec è una lettura illuminante perché parla degli Anni Sessanta ma potrebbe essere oggi. Sono passati 50 anni ma poco è cambiato, se non in peggio.

Nel loro ambiente, era quasi una regola desiderare sempre più di quanto fosse consentito acquistare. Non erano stati loro a deciderlo: era una legge della civiltà, un dato di fatto del quale la pubblicità in generale, le riviste, l’arte delle vetrine, lo spettacolo della strada, e perfino, sotto un certo aspetto, il complesso della produzione comunemente denominata culturale, erano le espressioni più conformi.

Le cose di Georges Perec

Uno sguardo alla vita dei due protagonisti potrebbe accendere una luce sulla tua di vita, magari per mettere in discussione alcuni comportamenti consolidati quanto inconsci.

Per esplorare ancora: Le perfezioni di Vincenzo Latronico.

Cambia il tuo approccio al viaggio

Filosofia del viaggio di Franco Riva

Viaggiare è una delle nostre attività preferite, ancora di più d’estate. Ci aiuta a evadere dal quotidiano, cambiare orizzonte, sperimentare, conoscere nuove culture, confrontarci con altre persone. Un viaggio a volte lineare, più spesso circolare.

Per l’uomo tutto è sempre in movimento secondo un ritmo che è nello stesso tempo circolare e lineare. A prima vista tutto si compie secondo un ritmo circolare, dove ogni cosa torna al suo posto, al punto di partenza, dopo essersi mossa: il sole e la luna sorgono, tramontano e risorgono; il giorno alterna luce e notte; le stagioni si avvicendano durante l’anno; l’uomo esce e rientra ogni giorno dopo avere svolto la propria attività. In ogni caso tutto sembra sottoposto alla legge inesorabile del prendere e del lasciare, del riprendere e del lasciare di nuovo. Il ritmo rassicurante del giro completo, dove il movimento ritorna perfettamente al punto di partenza, alla propria casa, appare però, a ben vedere, come la superficie di un altro e più profondo movimento, dove niente invece ritorna mai allo stesso punto. Il viaggio per eccellenza dell’uomo, la propria esistenza, non ha un punto a cui tornare, ma si distende in avanti senza che il momento d’origine (la nascita) e le tappe intermedie (la crescita) possano mai più ritornare, nonostante gli sforzi che si possono fare per ricordare o per raccontare. Qui il viaggio non è più un tour, un giro perfetto che si ripiega su se stesso, bensì un avanzamento costante. Tutto ciò che appartiene all’umano come tale è sottoposto a questa attrazione in avanti, a questa chiamata verso una meta che sembra sempre differita, ma che in ogni caso non coincide mai con la propria quotidiana identità. Turisti per forza, in un certo senso, spinti inesorabilmente in avanti verso una diversità che interroga.

Filosofia del viaggio di Franco Riva

Il viaggio è una dimensione che ci cambia, ammesso che non si tratti di un viaggio in cui la destinazione replica chi siamo e cosa facciamo nella nostra vita di tutti i giorni. Questo libro, Filosofia del viaggio, ci aiuta a dare una prospettiva di senso al viaggio, per comprendere che ne abbiamo un grande bisogno, oggi più che mai. Ciò di cui hai bisogno non il biglietto aereo per un viaggio dall’altro lato del mondo, ma un modo diverso di concepire il viaggio, anche fosse dietro l’angolo.

Cambia il tuo rapporto con il denaro

Felici senza Ferrari di Ryunosuke Koike

I soldi servono, inutile nascondercelo. Tutto sta a misurare i nostri bisogni senza diventare preda della pubblicità o dell’omologazione sociale. Ryunosuke Koike è un monaco buddhista giapponese che non vuole convincerci che i soldi non sono importanti nella nostra società moderna, ma che si può vivere con poco ed essere felici soddisfacendo i nostri veri bisogni. Comprare una borsa di un certo valore è compatibile con la moderazione, se è preferita all’alternativa di cambiare una borsa ogni mese, spendendo poco per ognuna, senza badare alla qualità. La vita non deve essere una rinuncia o solo sacrificio, ma una borsa di qualità è sufficiente e non abbiamo bisogno di comprarne altre.

Una visione della ricchezza diversa da quella che ti aspetteresti da un monaco, ricca di osservazioni brillanti quanto semplici. Felici senza Ferrari è un libro da leggere o da ascoltare con attenzione e soprattutto da sperimentare.

Per continuare a esplorare:

“Il denaro non fa la felicità” diceva un personaggio di una pièce di Feydeau. E Jules Renard annotava sul suo Diario: “Se il denaro non fa la felicità, restituitelo!”.

Christophe André, E Non Dimenticarti Di Essere Felice

Cambia la tua visione dell’amicizia

Amici di Robin Dunbar

In un periodo in cui siamo sempre più connessi e ci sentiamo sempre più soli, riflettere sull’amicizia è quasi un imperativo. Robin Dunbar, il ricercatore noto per il numero che prende il suo nome, ha studiato i gruppi sociali di varie specie di primati, oltre all’uomo, per definire 150 il numero di amici che siamo in grado di gestire nella nostra vita. Gli altri non sono amici, ma conoscenti. Nel saggio Amici, Dunbar aggiunge numerose riflessioni scientifiche su chi consideriamo amici e come l’uomo gestisce queste relazioni.

In un nostro studio abbiamo campionato la numerosità del gruppo sociale in cui era inserita la conversazione – ovvero il numero delle persone sedute al tavolino del pub – e il numero delle persone effettivamente impegnate in ogni singola conversazione. I dati mostrano allora che i gruppi sociali si frammentano in un’ulteriore conversazione ogni volta che la numerosità arriva a un multiplo di quattro. Fino a quattro persone, ci sarà probabilmente un’unica conversazione. Con cinque o più saranno due, con più di otto saranno tre, con più di dodici quattro. Il che ovviamente non significa che un interlocutore resti sempre nella stessa conversazione via via che il gruppo si divide.

Amici di Robin Dunbar

Una lettura illuminante per comprendere meglio come essere un buon amico e molte delle dinamiche sociali in cui siamo coinvolti quotidianamente.

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