Fotografia: raccontarsi online rispettando la legge

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Fotografia: raccontarsi online rispettando la legge
Nel raccontarsi online, utilizzando lo storytelling come propellente della strategia di web marketing, non si deve dimenticare la parte visuale. Una buona comunicazione considera centrali nella narrazione anche le immagini che accompagnano la storia e che creano, col tempo, il nostro personale visual storytelling. Questo è un ambito molto ampio, che spazia dalle infografiche alle illustrazioni. Noi ci concentreremo sulla fotografia. In questo articolo andremo a rispondere in particolare all’esigenza di reperire le fotografie, affrontando soprattutto gli aspetti legislativi. Indice: Quante fotografie servono? “A me non capiterà mai” Le licenze Creative Commons Royalty free, archivi fotografici e foto stock Fotografie, diritto d’autore e… privacy Qualche consiglio, per concludere

Quante fotografie servono?

Pensate alla vostra strategia di narrazione sul web, ai canali che utilizzate e provate a fare la stima delle immagini che avete bisogno in un anno: non bastano mai, vero? Le fotografie costituiscono un elemento connotativo nel sito web, mostrano luoghi e attività tramite i motori di ricerca oppure raccontano la quotidianità tramite i social media. Ogni canale richiede immagini, con finalità comunicative spesso diverse tra loro e caratteristiche tecniche da soddisfare. I nuovi strumenti digitali non vanno però a sostituire l’intera comunicazione aziendale: c’è la necessità di cataloghi, brochure, stampe ed affissioni. Aggiungete a questo elenco le pubblicazioni di articoli, recensioni o redazionali su giornali e blog. Un rapido conto vi farà comprendere quanto sia importante avere una strategia di lungo periodo per disporre di immagini a sufficienza per ogni contesto. Fortunatamente viviamo in un’epoca in cui la possibilità di realizzare o ottenere contenuti fotografici è alla portata di tutti. Cattive notizie però: le soluzioni più facili spesso non sono strade sicure. Ad esempio cercare immagini esistenti online, magari con la comoda funzione di Google Immagini, non è la soluzione ai vostri problemi. Potrebbe anzi crearne di nuovi. È vero, basta un clic per scaricare una foto da un sito e poi utilizzarla, senza neanche perdere qualità. Questa facilità non aiuterà però la vostra comunicazione, non vi permetterà di essere riconoscibili e, soprattutto, non giustifica l’ignorare alcuni principi fondamentali.

“A me non capiterà mai!”

Una fotografia ha sempre un proprietario e, come altre opere, può avere dei diritti d’autore da rispettare, anche se trovata online. Se state pensando che la probabilità di venire scoperti sia molto bassa, sappiate che vi state sbagliando. Esistono strumenti appositi per rintracciare l’utilizzo illecito di immagini. Capita più spesso di quanto si pensi di ricevere una contestazione per l’uso di una fotografia da parte dell’autore originale o di una agenzia che ne cura i rapporti. Il semplice fatto di aver trovato l’immagine online non garantisce il diritto di utilizzarla. Torniamo allo strumento più semplice: la ricerca di immagini con Google. I risultati che vi propone sono estratti da contenuti online che fanno parte dell’immenso archivio del motore di ricerca, scelti da algoritmi in modo automatico. Gli strumenti di ricerca lasciano però a voi il dovere di controllare la possibilità di un eventuale utilizzo. Non dimenticate che i risultati proposti da un motore di ricerca, quelli in cima alla lista grazie al sistema di ranking, sono quelli più pertinenti, di maggior successo, più cliccati e più noti. Scoprire di aver utilizzato l’immagine di un fotografo famoso non sarà piacevole quando dovrete discutere con gli avvocati dell’agenzia che ne contestano l’uso. Nessuna speranza quindi? Non è detto.

Le licenze Creative Commons

Aprite Google Immagini e digitate “Gatti”: otterrete un lungo elenco di immagini, tutte a portata di mano. Basta un clic per scaricarle e usarle per l’ultimo post del nostro blog. Google offre anche qualche semplice opzione per organizzare la ricerca, all’interno della voce “strumenti”. Possiamo specificare se ci interessano disegni o clipart, se ci servono immagini grandi o piccole e, infine, specificare quali diritti di utilizzo ci interessano: commerciali o Creative Commons? Creative Commons è il termine che dovete imparare. Si tratta di un’organizzazione che si occupa di definire licenze di utilizzo per le opere creative, semplificando la comunicazione dei diritti di autore. Trovate online i dettagli delle licenze esistenti, le controparti italiane e le possibilità di utilizzo che permettono. Vi consigliamo, ad esempio, di consultare questo sito creativecommons.it: il titolare dei diritti di un’opera creativa può concedere l’utilizzo totalmente gratuito o prevedere alcune restrizioni. Google è uno strumento di ricerca potente, ma è spesso dispersiva l’operazione di distinguere contenuti liberamente utilizzabili da altri che non lo sono. Esistono però siti dedicati alla ricerca di immagini con licenza Creative Commons: alcuni selezionano e propongono solo soggetti di buona qualità, altri si limitano ad aggregare tutto ciò che è reperibile in rete. Provate ad esempio Pixabay, Unsplash, Pexel. Insomma, immagini gratis se ne trovano sul web: è solo necessario saperle riconoscere.

Royalty free, archivi fotografici e foto stock

Ci sono ovviamente aziende e archivi in cui reperire la fotografia che vi serve, così come fotografi e agenzie che lavorano con la vendita di immagini, anche online. In questo caso si lavora con immagini coperte da Royalty, quindi con diritti di utilizzo specifici. A queste soluzioni si aggiungono strumenti di facile utilizzo e dai costi contenuti, archivi di fotografie a pagamento dette stock e microstock, che sfruttano il meccanismo Royalty Free. Non sono immagini gratuite ma, invece di pagare dei diritti di utilizzo specifici, c’è il forfait di acquisto iniziale. La soluzione Royalty Free consente un utilizzo delle immagini più semplice, seppur non esclusivo, e comunque entro i termini della licenza. Questo tipo di immagini vengono usate comunemente dai grafici, dalle redazioni o da chi gestisce contenuti sui social media per ottenere foto di qualità senza rischiare di violare diritti d’autore e senza dover pagare i diritti di utilizzo ogni volta. Il costo è legato principalmente alla qualità della foto, al suo autore, alla risoluzione necessaria e all’uso dell’immagine (ad esempio se è venduta in modo esclusivo o se vi permette anche la commercializzazione di prodotti). I servizi microstock permettono di ottenere immagini in modo semplice, legale e con costi davvero contenuti – addirittura con un abbonamento mensile – utile soprattutto per tutte le esigenze di un piccolo blog online.

Fotografie, diritto d’autore e… privacy

Saltiamo il problema dei diritti d’autore: scattiamo noi stessi le fotografie. Qualsiasi smartphone permette infatti di ottenere risoluzioni adatte alla pubblicazione online e realizzare in prima persona contenuti visivi che possono integrarsi in una strategia online, aggiungendo personalità, coinvolgimento e realismo nella nostra narrazione. Posso però pubblicare e sfruttare online una foto che ho realizzato? Capita spesso di rispondere a questa domanda. Il mondo della fotografia è strettamente legato a quello della tutela dell’immagine e della persona, anche se spesso le norme non sono aggiornate, risalenti a decenni addietro e sopraffatte da una realtà che vede oggi la creazione e diffusione di miliardi di immagini ogni giorno. È giunto il momento di prendere in considerazione le situazioni più comuni, in modo da fornirvi un elenco per iniziare a capire come destreggiarsi tra diritti e indicazioni di legge.
Privacy
Phoyo by Burst, fonte: Pexels

Persone e ritratti

Immaginate una persona ritratta frontalmente, con il viso riconoscibile (che sia una figura intera, tre quarti, mezzo busto o ritratto non importa). In questo caso si tratta di un ritratto di persona e, secondo la legge, per poter pubblicare o sfruttare la fotografia avete sempre bisogno del consenso del protagonista, a meno che si tratti di un personaggio pubblico o di specifiche situazioni di esigenza giornalistica o didattiche. Non potete in ogni caso usare l’immagine se va a danneggiare decoro e reputazione della persona ritratta, oppure se con l’immagine si entra nel campo della salute. Quando parliamo di “consenso”, intendiamo di preferenza una liberatoria scritta e firmata. Un semplice “va bene” a voce, non sarà sufficiente a tutelarvi a distanza di tempo.

Molte persone, in un luogo pubblico

Una foto che ritrae un luogo pubblico o un evento, con molte persone riconoscibili, è un caso estremamente frequente. Immaginate la stessa fotografia senza una delle persone ritratte: il significato e l’uso della fotografia cambia radicalmente? Se lo scatto racconta in generale il luogo o il momento e non ritrae in modo specifico nessuno, potete pubblicarla senza una specifica autorizzazione. Non state sfruttando l’immagine del singolo individuo. Consigliamo però di essere sempre ben visibili quando realizzate fotografie in queste situazioni, in modo da rendere chiaro a tutti che state scattando delle immagini.

Persone in un luogo pubblico, ma protagoniste della foto

Persone presenti in un luogo pubblico (una piazza, un parco, un luogo di lavoro), possono cambiare la situazione dei diritti se vengono isolati dal contesto. In questo caso, essendo loro i veri protagonisti dello scatto, rientrano nelle casistiche del ritratto ed è necessario il consenso della persona per utilizzare l’immagine. Vale anche se è stata scattata in luogo pubblico e se la figura occupa solo una piccola parte dell’immagine.

Bambini e minori in generale

La questione si complica se l’immagine è quella di un minore, riconoscibile in viso. Questo caso è il più delicato, eticamente e legalmente: non è possibile pubblicare fotografie di minori senza il permesso esplicito dei genitori (e vi consigliamo di essere sicuri che entrambi siano d’accordo) o del loro tutore. Preparatevi una liberatoria da firmare.

Persone, senza volto

Persone riprese in un luogo pubblico oppure ad un evento, che non siano riconoscibili in volto, non richiedono consensi specifici. La legge fa infatti riferimento alla riconoscibilità chiara del viso, non della figura di spalle o di particolari anatomici.

Luoghi, opere

Il diritto d’autore non esiste solamente per le persone: tutte le opere creative, comprese quindi statue, edifici urbani e architetture possono essere coperte da diritto d’autore, per quanto possa sembrare strano a dirsi (salvo che l’autore sia morto da più di 70 anni). L’uso di una fotografia di un luogo pubblicamente accessibile di norma è consentita, mentre per vendere l’immagine dovremo avere il consenso dell’autore o del proprietario. Per questi casi specifici e per approfondire le differenti situazioni, vi consigliamo di leggerei temi legati alla tutela del ritratto e del diritto d’autore, ad esempio consultando il sito dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti TAU Visual.

Qualche consiglio, per concludere

Approfondire i temi legati al diritto d’autore vi permetterà di lavorare con le immagini in modo sicuro. Per concludere voglio darvi un consiglio importante: l’acquisto delle immagini, il loro diritto di utilizzo o il permesso di pubblicazione va documentato in modo efficace e conservato nel tempo. Organizzate i vostri archivi di immagini in modo da poter provare la regolarità dei diritti anche a distanza di tempo. Conservate documentazioni e fonti anche se scaricate immagini da siti web con licenze libere Creative Commons e in cui i permessi sono – ad oggi – concessi gratuitamente. Una buona organizzazione vi metterà al riparo da spiacevoli contestazioni, che siano legittime richieste degli autori stessi oppure risarcimenti ad opera di servizi che lavorano con strumenti di scansione della rete. Le contestazioni possono arrivare anche dopo molto tempo e per immagini che avete ormai dimenticato, ma che sono ancora accessibili online. Come abbiamo detto all’inizio, una buona strategia di storytelling online, per essere anche Narratori di sé stessi e del proprio lavoro, comprende necessariamente anche le immagini. Preferendo immagini create da voi (o per voi) e scegliendo con cura le fonti, il vostro racconto guadagnerà in qualità e… tranquillità! Photo by: Rirri

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